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Fiat-Abarth 500

Buonasera popolo di Hardcore Drivers
e bentornati in un nuovo capitolo di Automotive Facts, la nostra rubrica di informazione.

Oggi, nel nostro salotto virtuale, vogliamo parlarvi di un’auto che tutti quanti conoscete e sdoganarla nella sua più reale essenza, la 500 Abarth. Da decenni il simbolo del made in Italy giovane e sportivo, questa piccola utilitaria pepata ha sempre suscitato la curiosità e solleticato il desiderio di molti appassionati, giovani e non solo, rappresentando al meglio quell’Italia con un carattere sportivo, a tratti ribelle, che non si arrende al conformismo delle moderne vetture tutte confort e guida autonoma. Al giorno d’oggi, nell’epoca di internet e degli smart devices, è facile reperire di tutto, dai ricambi ai consigli sulle elaborazioni, ma noi vogliamo addentrarci di più nel cuore di questa “bara” moderna e scoprire da che cosa è nata e perché la sua fama non cessa di crescere, nonostante i molti anni di servizio.
La prima 500 nasce nel dopoguerra, nel 1957, simbolo di rinascita e crescita del nostro paese, ma bisogna attendere un anno per trovare la prima versione firmata e ridisegnata da Abarth. Inizialmente questa era nota come 500 sport e si presentava al pubblico con una potenza di ben 21,5 poderosi cavalli, rispetto ai 15 che erogava la versione originale del propulsore da 499,5cc. Ci perdonerete il tono ironico, ma pensare oggi a cavallerie simili fa sicuramente sorridere i più, tuttavia questa prima versione fece subito innamorare moltissimi giovani che avevano a disposizione una piccola e cattivissima utilitaria, che diventerà nel tempo la protagonista di diverse competizioni. Nonostante il modello fosse pronto nel 1958, fu necessario aspettare diversi anni per poterla vedere sulle strade del bel paese: infatti, è stato necessario attendere il 1963, anno in cui la Fiat-Abarth 500 viene immessa sul mercato, ottenendo fin dai primi mesi un successo disarmante. Fu chiaro da subito che questa piccola peste fosse capace di soddisfare il piacere di guida di tutti, rendendo Abarth un marchio sempre più ambito, sinonimo di sportività, ma anche di compromessi. Allora come oggi, alla prima 500 Abarth segue un modello rivisto in ogni minimo dettaglio, dall’interno del motore fino all’assetto più rigido ed efficace, ed è qui che nasce il nome che oggi viene ripreso dall’attuale 500 Abarth, ovvero 595, che indicava la nuova cilindrata raggiunta. Anche la cavalleria aumentò, passando dai 21,5 cv iniziali a 28 e, successivamente, a 32cv.
A partire dal 1964, l’italiana subisce un ulteriore upgrade che la rende una delle piccole sportive più incisive dell’epoca, se non sul piano puramente prestazionale, dove aveva rivali di tutto rispetto, su quello delle vendite, dove il suo stile inconfondibile e la sua fama la aiutano a occupare una posizione di prestigio. Questa nuova modifica trasforma l’auto, portando la cilindrata a circa 700cc e spingendo la potenza fino a raggiungere i 40 cavalli, che, abbinati a un peso contenuto in circa 500 kg, la rendono pericolosamente divertente. È proprio questo aumento di cilindrata a regalarle il nuovo nome, ovvero 695, nome che viene ripreso oggi con la più pregiata e ben accessoriata delle mini hothatch torinesi. Negli anni che seguono, aumenta la quantità di optional e di dettagli possibili con cui allestire la 500, creando i celebri modelli “SS – assetto corsa” e “SS – competizione”.

Tornando con la mente al presente è facile capire come mai questo modello sia oggi così ricercato e richiesto e siamo sicuri che anche voi capirete che non si tratta di sola moda. Dietro a queste sigle, nascoste in questi interni ben rifiniti e curati delle moderne Abarth, si nascondono i sogni e le fatiche di tanti anni fa e, forse, possederne una oggi è un modo per dire grazie a quell’Italia che si era risollevata, anche per merito dell’automotive.

Con questo articolo, vi auguriamo buone vacanze e vi comunichiamo che ritorneremo a settembre con la nostra rubrica settimanale Automotive Facts! Stay tuned!

Revisione a cura di Monica Filosi.
Fonte fotografie: Autoblog.it e EmmeBi Photos.

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