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1970 Charger R/T

Buonasera popolo di Hardcore Drivers
e bentornati in un nuovo capitolo di Automotive Facts, la nostra rubrica di informazione.

Qualche giorno fa, mentre stavamo creando dei contenuti per i social, ci siamo imbattuti nelle foto della Charger R/T usata nel primo capitolo di Fast and Furious. Come ben ricorderete, durante il Midnight Meeting del 24/05/2019, abbiamo avuto la fortuna e la possibilità di condividere con voi questa rara e particolare vettura. Oggi, dopo mesi da quella data, abbiamo pensato di scrivere un breve articolo nel quale vi raccontiamo la storia di quest’auto e rispondiamo ad alcune delle domande che nel tempo ci sono state poste. Tenetevi forte però, alcune delle prossime rivelazioni, nel caso in cui non le conosceste, potrebbero lasciarvi alquanto perplessi!

La Charger in questione è una delle quattro auto che vennero utilizzate durante le riprese del primo film, una delle tre ancora esistenti visto che una andò distrutta durante l’ultima scena.
Questa, nello specifico, venne usata per girare la scena statica nel garage di Dominic.
Il mastodontico motore HEMI non era installato nella vettura, ma era solamente poggiato dentro il vano motore; inoltre, le 3 vetture utilizzate per le scene dinamiche erano equipaggiate con dei finti compressori volumetrici. Neanche la scena finale del wheeling è del tutto reale: per realizzarla venne utilizzato un sistema che, grazie a dei pistoni idraulici, consentiva il sollevamento da terra.

L’auto esposta durante il Midnight Meeting, tuttavia, non è solamente un oggetto scenico che utilizza finte parti meccaniche. Nel 2008, infatti, un fortunato collezionista acquistò questo esemplare e lo sottopose a un’imponente opera di restauro.
Il 528 Hemi con teste Indiheads e scarico da 3,5 pollici venne sovralimentato con l’ausilio di un compressore volumetrico 8.71 e alimentato con un impianto di iniezione elettronica F.A.S.T. FUEL INJECTION, ovvero tramite tre iniettori per cilindro più otto iniettori per il protossido d’azoto. Cambio e frizione subirono degli interventi di modifica e rinforzo, così come il telaio. Venne adottato un impianto frenante Wilwood, un assale posteriore da 9 pollici e un serbatoio in alluminio da 12 galloni. Tali modifiche portarono l’auto a 900 cv, 1150 cv aggiungendo i 250 ottenuti dal protossido di azoto.

Per chi se lo stesse chiedendo, nel 2008 l’auto venne messa all’asta e acquistata da un collezionista Svizzero, per poi arrivare in Italia nel 2014.

Sicuramente, auto del genere sono il sogno di molti appassionati, soprattutto quando alle spalle hanno una storia simile. Noi, dal canto nostro, siamo entusiasti di averla ospitata anche solo per una sera e, soprattutto, di aver potuto condividere con voi questa esperienza!

Revisione a cura di Monica Filosi.
Fotografia a cura di Giorgio Saba.

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